C’è un dato che preoccupa non poco il sistema creditizio italiano: nel nostro Paese il numero di coloro i quali non hanno problemi nel rapportarsi con una finanziaria o una banca, per chiedere un prestito, si riduce a circa 10 milioni di persone. Gli altri, perlomeno quelli che hanno compiuto la maggiore età, per un motivo o per l’altro non sono in grado di procedere in maniera spedita verso la concessione di un prestito. Nel novero è naturalmente compreso chi per motivi legati alla mancanza di lavoro, chi per l’impossibilità di avanzare le garanzie richieste, si ritrova a sbattere contro un vero e proprio muro, soprattutto nei momenti in cui la situazione economica volge al peggio.
C’è però una categoria la quale preoccupa maggiormente non solo il comparto del credito, ma anche le istituzioni politiche, ovvero quella dei cattivi pagatori. Un vero e proprio esercito di persone che rischiano di essere alla lunga un danno anche per l’economia, perdendo con la possibilità di avere prestiti anche quella di sostenere i consumi nel nostro Paese, con ovvi riflessi sul PIL.
I prestiti per cattivi pagatori
Come è noto, proprio per non spingere queste persone ai margini del sistema economico e precludere loro le relazioni con finanziarie e banche, ormai da tempo sono in auge i prestiti per cattivi pagatori. Si tratta però di soluzioni che spesso risultano poco convenienti e caratterizzate da scarsa qualità. Tanto che sono in molti, almeno chi può farlo, a optare per soluzioni alternative, come il prestito con garante, proprio per cercare di non essere schiacciati dal peso derivante da tassi di interesse ai limiti del cosiddetto tasso d’usura. Un problema che anche la politica è stata chiamata ad affrontare, soprattutto in considerazione del fatto che le imprese creditizie non sono molto propense ad allargare i cordoni della borsa in un momento in cui sull’Italia continua ad aleggiare lo spettro della crisi economica, proprio a causa del mancato rilancio dei consumi. Al momento, però, le risposte stentano ad arrivare e i cattivi pagatori continuano ad incontrare notevoli difficoltà a reperire finanziamenti in grado di sostenerne l’attitudine al consumo.